The Kursk – Experimental live video

L’arte, aveva come sua primaria funzione primordiale, quella di fermare su un supporto (o sulla mente attraverso rituali), un certo avvenimento, una comprensione, un sentimento.
Noi crediamo che questa funzione sia non solo ancora necessaria, ma anche fondamentale, dopo decenni nella quale l’esperienza estetica è stata esplorata principalmente per scopi commerciali.
Matt Elliott è un cantatore e chitarrista inglese, che usa le sue potenzialità creative per esplorare l’animo umano e portare gli ascoltatori a esperienze di comprensione attraverso la creazione di rari esempi di arte impegnata. Il suo genere può essere definito dark folk music con influenze elettroniche e sperimentali.
 
Qualche settimana fa abbiamo deciso di registrare in bit, una canzone da lui eseguita a Cagliari, per il Karel Music Expo. La canzone, intitolata The Kursk,   riporta una testimonianza del tragico avvenimento avvenuto nel mare di Barents durante l’esercitazione militare russa “Summer X” nell’agosto del 2000: l’inabissamento del sottomarino a propulsione nucleare Kursk, affondato ufficialmente per l’esplosione di un siluro difettoso con 118 persone a bordo, con la morte del suo intero equipaggio.
 
Attraverso sonorità profonde, musicalità sperimentali, e parole forti, Matt Elliott riesce a portarci direttamente dentro il buio del sottomarino,  e più precisamente, nei pensieri dei marinai e dei militari sopravvissuti alla prima esplosione, che hanno atteso vanamente i soccorsi rinchiusi nel compartimento 9, senza possibilità di uscire e di comunicare con l’esterno se non con disperati segnali morse, inviati battendo degli oggetti nelle pareti del sottomarino.

I tentativi di soccorso furono ritardati dal segreto militare, mentre i giornali e i politici discutevano inutilmente sulle cause, le compagne, i parenti e gli amici delle vittime affollavano il molo più vicino alla tragedia, lanciando fiori e riscaldando il freddo mare artico con le proprie lacrime, con impotenza, rabbia, tristezza e poche certezze: una parte dell’equipaggio morto nelle esplosioni, una parte per asfissia e annegamento. Certezze personali, al di là del  disastro nucleare sfiorato, al di là che la causa fosse un missile difettoso, uno scontro con una nave spia, un errore umano o un attacco da un esercito “nemico”.

 

La canzone di Matt Elliott riprende un ipotetica lettera, scritta da uno dei sopravvissuti all’esplosione e morto di asfissia o di freddo.
Abbiamo deciso di realizzare per questa canzone un videoclip sperimentale, a metà tra live concert e video art, con immagini soggettive che speriamo possano aiutare a ricordare a tutti e tutte noi (e a chi sceglie la vita militare) l’insensatezza delle guerre e la pericolosità delle esercitazioni militari di cui tra l’altro proprio in questi giorni abbiamo subìto un grave esempio dalle nostre parti.
Si è infatti conclusa ieri 29 ottobre, la Joint Stars 2017 , la più grande esercitazione Interforze Italiana dell’anno, che ha visto impegnate forze della Nato oltre che dell’ Esercito, della Marina e Aeronautica Italiane, che ha portato le prove di guerra nelle coste e nelle terre della nostra Sardegna, con grande pericolo per l’ambiente e la popolazione e che ci vede contrari anche per evidenti ragioni etiche, essendo la guerra, sempre più chiaramente un business e un’industria, capace di fare miliardi sulla sofferenza delle persone e sull’inquinamento e la distruzione dei territori.

 

The Kursk – Matt Elliott

It’s cold I’m afraid.
C’è freddo, sono preoccupato.
It’s been like this for a day.
E’ stato così per un giorno intero.
The water is rising & slowly we’re dying.
L’acqua sta salendo e lentamente stiamo morendo.
We won’t see light again.
Non vedremo più la luce.
We won’t see our wives again.
Non vedremo più le nostre mogli.

 

 Ecco il video:

 

 
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Cladinè

Cladinè Curreli è una fonica di presa diretta, una tecnica audio-video e un’artista multimediale sarda. Laureata in Media e Giornalismo all'Università di Firenze, diplomataa all’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna, crea e lavora da oltre 15 anni come professionista audiovisiva e tecnica multimediale freelance, spaziando dalla presa diretta al mix, dalla video-arte ala ricerca etnografica, passando per fotografia, grafica, murales, illustrazione e lineolegrafia. Nel 2017 ha realizzato regia, camera, montaggio, color e mix per il documentario“Oltre l’aporìa” (Beyond Aporìa), un corto sperimentale di parola con richiami stilistici all’audiovideo-art e l'obiettivo di documentare e valorizzare alcuni volti e alcune voci della lotta antimilitarista sarda dal basso aiutando a riaprire il dibattito sull’urgenza della fine delle occupazioni militari.

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