Esposizione: Diaframma, Gain/Iso, Shutter Angle e Shutter Speed

DIAFRAMMA:  E’ il meccanismo usato per regolare la quantità della luce che attraversa l’obiettivo, in maniera analoga all’iride dell’occhio umano, si misura in stop, o in valori di numeri sull’apertura relativa denominati f.

Nota: Il numero f è il rapporto normalizzato che esprime la stessa “quantità” di luce che transita nell’ottica e che darà quindi lo stesso valore di esposizione, utilizzando degli obiettivi con lunghezza focale diversa.

Esempio:(cit: https://it.wikipedia.org/wiki/Diaframma_(ottica) )

“L’apertura relativa” del diaframma corrispondente a f/4, in un obiettivo con focale 100 mm, ha un diametro che misura nominalmente 25 mm (100/4 = 25), mentre in un obiettivo con focale 600 mm, misura 150 mm, ma in entrambi i casi la quantità di luce verso il sensore sarà la stessa.

La sequenza degli Stop o dei valori dei numeri f viene standardizzata al congresso di Liegi nel 1905 ed è rappresentata da una progressione geometrica di ragione (circa 1,4), in quanto considera il diametro equivalente dell’apertura relativa, invece della superficie.

Comprende i seguenti intervalli:

f/1 – f/1,4 – f/2 – f/2,8 – f/4 – f/5,6 – f/8 – f/11 – f/16 – f/22 – f/32 – f/45 – f/64 – f/90 – f/128 (etc).

NOTA BENE:

Più piccolo è il numero (esempio: F 1.4) più l’obbiettivo è aperto, ergo: catturiamo più luce.
Più grande è il numero  (esempio: F 22) più l’obbiettivo è chiuso, ergo: facciamo entrare meno luce.

GIF di pubblico dominio a cura di Catsquisher.

 


ISO: sensibilità alla luce della pellicola o nel caso delle camere digitali del sensore. Misurata in valori numerici dallo 0 a crescere,  dove più è grande il numero più il sensore è sensibile alla luce.

Nota: A maggiore sensibilità corrisponde una grana più grossa dell’immagine, definita anche rumore, non sempre accettabile.

Photo: Rainer Knäpper, Free Art License (http://artlibre.org/licence/lal/en/), https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Korn_ISO25.jpg

Photo: Rainer Knäpper, Free Art License (http://artlibre.org/licence/lal/en/), https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Korn_HP4_ISO1600.jpg

Un esempio dal sito www.Petapixel.com in una comparazione di tre reflex e del loro grado di rumore con un iso molto molto elevato (4’009’600).

Comparazione di alcune camere digitali e dei loro rapporti ISO – Rumore: https://youtu.be/KsywiyX1iKE

 

(Una mia foto con molto rumore “voluto”,  scattata al Cairo nel 2010)


SHUTTER SPEED o SHUTTER ANGLE : Velocità dell’otturatore, calcolata in secondi e frazioni di secondo, o in angoli.

Una gif con lo slowmotion di uno shutter con diverse velocità:

source: https://imgur.com/gallery/3so0Z2B https://www.youtube.com/watch?v=CmjeCchGRQo

Una gif di Joram van Hartingsveldt che mostra uno Shutter Angle e il suo modo di funzionamento all’interno di una macchina da presa o fotografica.

 

Moviecam_schematic_animation.gif ‎(Author = Joram van Hartingsveldt This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.

Per convenzione, a livello cinematografico si predilige girare i video a 24  fotogrammi al secondo, e con una Shutter Speed di  1/48 di secondo (o uno shutter Angle di 180°) per avere una fluidità del girato tipica del cinema seguendo la regola chiamata “180 degree shutter angle rule” che indica di usare una velocità di shutter speed che sia la metà dell’inverso degli fps (fotogrammi al secondo).

Per chi non è avvezzo alla matematica, l’inverso di un numero significa 1 diviso quel numero, dunque girando a 25 fotogrammi a secondo, ed essendo l’inverso di 25 -> 1/25, la sua metà sarebbe 1/50 di secondo, .

Questo principalmente per avere una motion blur (la sfocatura tipica del movimento impressa nei vari fotogrammi) realistica, simile a quella che vediamo con gli occhi umani.

Girando a 50 fps, 1/100, a 100fps 1/200 etc.

abc1: notate che spesso nelle camere non vedrete indicate le frazioni, ma solo il numero deniminatore 25, 50, 100…

abc2: se la vostra camera non vi fa scegliere manualmente lo shutter speed desiderato mettete quello più vicino.

 

Nota bene: Effetti del cambio delle impostazioni dello shutter in una esposizione veloce, media e lunga.

By © Nevit Dilmen, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6431930

 

Questa regola può essere ignorata:

1- nel caso abbiate da eseguire precisi lavori di postproduzione, quali KEYING (vedi tutorial n.7)  o altri effetti visivi in cui può essere utile che nei fotogrammi non sia presente il motion blur  –> shutter speed più veloce, o con uno shutter angle più stretto

2-nel caso volutamente vogliate avere delle immagini più sfuocate (es. effetto sogno, visione, etc) –> shutter speed più lento, o con uno shutter angle più largo

3- in casi estremi vogliate tenere il diaframma aperto e non abbiate un filtro nd che ve lo permetta con l’iso al minimo, perdendo un po’ di motion blur per avere meno profondità di campo –> shutter speed più veloce, o shutter angle più stretto

 

Per approfondire vi consiglio questo video di Wolfcrow sulle differenze e le specifiche di Shutter Speed e Shutter Angle e a seguire, un video con dei test per capire meglio le differenze.

 

 

 

Bilanciare i tre parametri per una corretta esposizione:

Schede tecniche di esempio:

 

 

 

 A parte le citazioni, è rilasciato secondo una licenza Creative Common Attribuzione – Non commerciale -Condividi allo stesso modo 3.0 Italia (CC BY-SA 3.0 IT). Leggi cosa puoi fare qui. A cura di Cladinè Curreli.
“Ora ho delle idee sulla realtà, mentre quando ho cominciato avevo delle idee sul cinema. Prima vedevo la realtà attraverso il cinema, e oggi vedo il cinema nella realtà.” Jean-Luc Godard
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Cladinè

Cladinè Curreli è una fonica di presa diretta, una tecnica audio-video e un’artista multimediale sarda. Laureata in Media e Giornalismo all'Università di Firenze, diplomataa all’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna, crea e lavora da oltre 15 anni come professionista audiovisiva e tecnica multimediale freelance, spaziando dalla presa diretta al mix, dalla video-arte ala ricerca etnografica, passando per fotografia, grafica, murales, illustrazione e lineolegrafia. Nel 2017 ha realizzato regia, camera, montaggio, color e mix per il documentario“Oltre l’aporìa” (Beyond Aporìa), un corto sperimentale di parola con richiami stilistici all’audiovideo-art e l'obiettivo di documentare e valorizzare alcuni volti e alcune voci della lotta antimilitarista sarda dal basso aiutando a riaprire il dibattito sull’urgenza della fine delle occupazioni militari.

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